Medioevo prossimo
venturo? Massimo Polidoro, Segretario del Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale |
La nostra è senza
dubbio l'era della scienza e della tecnologia, eppure, sotto molti
aspetti, sembra non essere cambiato molto rispetto agli anni bui
del Medioevo. Oggi come allora astrologi e veggenti hanno un largo
seguito tra il pubblico, e maghi e cartomanti fanno affari d'oro.
Ovunque ci voltiamo, è facile trovare esempi di una sempre
più diffusa tendenza irrazionale e antiscientifica. Come
definire altrimenti la pretesa di certi gruppi di pressione di
vedere riconosciute legalmente (e quindi rimborsate dallo Stato)
cure "alternative" come la cristalloterapia, la pranoterapia
o i fiori di Bach, del tutto prive di qualunque validità
scientifica?
E come spiegare l'immediato successo di tutti quei libri che,
dalle Profezie di Celestino alle Impronte degli Dei, promettono
trasformazioni mistiche e improbabili rivelazioni extraterrestri?
E cosa può spingere la presentatrice televisiva Eleonora
Brigliadori a invitare il pubblico televisivo a curarsi, come
lei fa con sé stessa e i propri figli, con l'"urinoterapia"
(cioè, bevendo la propria urina)? E che dire di tutte quelle
trasmissioni televisive in cui la ricerca spasmodica di audience
diventa il pretesto per ridicolizzare il duro lavoro di tanti
scienziati e la dignità di popoli ormai scomparsi? Cos'altro
si può dire, infatti, di un programma come Misteri (Raitre)
che dedica intere puntate a propagandare l'idea che non furono
quei poveri ignoranti degli antichi Egizi a costruire le piramidi
o la Sfinge ma probabilmente gli abitanti di Atlantide o extraterrestri
di un'altra galassia?
E passano ormai quasi in sordina le tante notizie di cronaca che
riguardano le quotidiane estorsioni, violenze, furti e torture
psicologiche che si trova spesso a subire chi decide di affidarsi
alle "cure" di questo o quel mago o santone.
Sono solo alcuni esempi, la lista potrebbe purtroppo continuare
ancora a lungo. Chi possiede gli strumenti intellettuali per capire
che queste cose sono solamente pie illusioni, nel caso migliore,
e crudeli truffe ai danni di chi soffre, in quelli peggiori, può
decidere che non c'è molto che si
possa fare: idee come queste ci sono sempre state e sempre ci
saranno, si potrebbe ragionare, così come ci saranno sempre
i creduloni che vorranno credere a tutti i costi al ciarlatano
di turno. Certo, forse egoisticamente si potrebbe scegliere di
fare un ragionamento di questo tipo. Ma sarebbe un errore.
Oggi va di moda invocare il "naturale" e sparare sulla
scienza, rea di ogni nefandezza: dall'inquinamento dei mari, alle
piogge acide, alla minaccia di una guerra nucleare. Chi ragiona
in questo modo evidentemente non ha ben chiara la differenza che
passa tra la scienza, in quanto strumento di conoscenza, e l'uso
che di tale conoscenza si fa, uso che non dipende dalle
scelte degli scienziati, bensì dalle esigenze politiche,
sociali ed economiche del momento. Su questo aspetto ci può
e ci deve essere discussione. Non si può invece lasciare
che uno strumento prezioso come il metodo scientifico venga attaccato
e condannato senza ragione. Se questo
avviene, però, bisogna chiedersi il perché. E il
perché non può che essere uno solo: il pubblico
semplicemente non è capace di distinguere tra scienza e
pseudoscienza, tra fatti e illusioni, perché nessuno glielo
ha mai insegnato.
Certo, i mass media hanno una grande responsabilità nel
distorcere, sensazionalizzare e banalizzare ogni notizia che riguarda
il mondo scientifico; e certamente, il sistema scolastico attuale
andrebbe ripensato in un'ottica più scientifica. È
anche indubbio che, se il pubblico è
largamente a digiuno di scienza, un po' di colpa ce l'hanno anche
gli stessi scienziati. Il lavoro di uno scienziato dovrebbe prevedere
anche uno spazio per la comunicazione al pubblico dei risultati
delle proprie ricerche. Inoltre, ogni qualvolta idee irrazionali
e pseudoscientifiche prendono piede tra il pubblico, il mondo
scientifico dovrebbe mostrarsi disponibile a verificarne l'attendibilità:
nel caso si tratti di aria fritta, naturalmente, lo svelerà
poi al pubblico.
Non ce n'è il tempo? È comprensibile. Ma allora
perché non creare istituzioni che favoriscano la diffusione
delle conoscenze scientifiche presso il pubblico? E perché
non aiutare e sostenere quei gruppi e quelle associazioni che
quotidianamente combattono contro l'irrazionalità?
A proposito di medicine alternative, per esempio, un'ottima idea
mi sembra quella lanciata qualche tempo fa dal prof. Umberto Tirelli
di creare presso l'Istituto Superiore di Sanità un ufficio
sulla medicina alternativa, in grado di affrontare tutti coloro
che propongono metodi alternativi per la terapia del cancro e
di altre malattie. Se non raccogliamo appelli di questo tipo,
prima o poi si presenterà un nuovo "caso Di Bella",
con tutto quel che ne consegue.
Quando, quasi dieci anni fa, fu costituito il CICAP (Comitato
Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale),
un'organizzazione volta a favorire la diffusione di una cultura
e di una mentalità aperta ma critica nei confronti dei
fenomeni paranormali, la reazione del mondo scientifico fu di
vario tipo. Alcuni aderirono immediatamente all'iniziativa, dando
anche la propria disponibilità pratica; molti altri, però,
sorrisero, quasi compassionevoli: "Perché volete perdere
del tempo?", era la risposta tipica. "Chi è già
scettico non ha bisogno del CICAP per diventarlo di più,
e chi crede continuerà a credere indipendentemente da quante
smentite troverà alle proprie credenze".
Ma il CICAP è nato comunque, e in questi anni ha fatto
tanti piccoli passi avanti, primo fra tutti il fatto che oggi
quando nei mass media si parla di paranormale si sente sempre
meno solo la voce di chi assicura che è tutto vero e documentato:
adesso, sempre più spesso, anche gli scettici possono far
sentire le proprie ragioni. Certo, nessuno spera di riuscire a
trasformare rapidamente tutti in persone dotate di senso critico.
Ma l'importante è continuare a seminare il dubbio: oltre
ai seguaci dichiarati e agli scettici convinti, infatti, ci sono
tante persone che non hanno un'idea chiara su questi fenomeni
e che sono interessate a sapere come stanno realmente le cose
in un campo, comunque affascinante, come quello dei misteri e
del paranormale. Perché lasciare che i venditori di fumo,
gli illusi e gli imbroglioni siano l'unica voce?
Occorre portare avanti indagini ed esperimenti seri e senza pregiudizi.
E occorre anche impegnarsi per fornire al pubblico quegli strumenti
concettuali indispensabili per riuscire a farsi un'opinione affidabile
su fatti insoliti e misteriosi: la capacità di esaminare
le prove a favore di
una data ipotesi, di valutare le spiegazioni alternative, e di
scegliere con cognizione di causa la spiegazione che si dimostra
più plausibile.
Se si decide di ignorare il forte bisogno del pubblico di sapere
(di essere comunque informato, indipendentemente dalla qualità
delle informazioni) si rischia di avere drammatiche sorprese.
L'irrazionale, se lasciato senza controllo, ha la tendenza a dilagare
e a invadere la società, relegando negli angoli più
remoti la ragione e, in particolare, il pensiero
scientifico.
È sufficiente guardare cosa succede oggi in un paese generalmente
considerato all'avanguardia come gli Stati Uniti dove, però,
ogni idea bizzarra ha pieno diritto di cittadinanza. Il sistema
educativo americano di base è molto lacunoso, e gran parte
degli americani sa del mondo solo
quello che apprende dalla televisione: di conseguenza, il cittadino
medio è affetto da una grande ignoranza in tanti campi,
soprattutto scientifici.
Un recente sondaggio Yankelovich mostra che il 52% degli americani
crede nello spiritismo, il 45% nei guaritori, il 37% nell'astrologia
e il 30% negli UFO. Un altro studio, della rivista Pediatric,
rivela che l'81% dei bambini che muoiono negli Stati Uniti in
conseguenza dell'intervento di un guaritore potrebbe sopravvivere
se ricevesse un adeguato trattamento
medico. Nelle scuole americane sono sempre più numerosi
i professori riluttanti a insegnare la teoria dell'evoluzione
di Darwin; esistono numerosi canali via cavo interamente dedicati
al paranormale, e anche le trasmissioni dei canali non dedicati
ne sono infarcite; vi sono aziende che assumono i propri dipendenti
sulla base di responsi astrologici e grafologici; crescono, infine,
in numero e pericolosità, sette che possono rivelarsi pericolose
per gli adepti come per la società tutta.
Ecco perché è importante che gli scienziati si impegnino
in prima persona, e non c'è poi tanto tempo da perdere:
quanti dei lettori sanno, per esempio, che in queste settimane
è stato depositato alla Camera un progetto di legge (n.
C3891) che recita all'art. 1 "La Repubblica italiana riconosce
il principio del pluralismo scientifico come fattore essenziale
per il
progresso della scienza e dell'arte medica e riconosce il valore
diagnostico e terapeutico degli indirizzi terapeutici non convenzionali"?
"Pluralismo scientifico"? Forse che può esistere
una fisica alternativa in cui gli oggetti volano verso l'alto,
anziché cadere verso il basso? E che cos'è una cura
"non convenzionale"? Non esiste una medicina ortodossa
e una medicina eretica, ma solo una medicina che funziona e una
medicina che non funziona. Se una terapia oggi considerata "alternativa"
dimostra di possedere i dovuti requisiti di sicurezza ed efficacia
non può che venire immediatamente accettata, senza bisogno
di "leggi speciali".
Carl Sagan, il famoso astronomo e divulgatore recentemente scomparso,
nel suo testamento intellettuale, Il mondo infestato dai demoni,
riassume bene il perché è importante impegnarsi
tutti per la diffusione della cultura scientifica: "In una
società impregnata di tecnologia come la nostra, ma sempre
più assediata da nuovi profeti, impeti di irrazionalità
e falsa ricerca del meraviglioso, allontanarsi dalla scienza o
permettere che venga demonizzata, significa in realtà consegnarci
ai veri demoni: l'irrazionalità, la superstizione, il pregiudizio,
ed entrare in un'epoca
di nuovo oscurantismo".