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Margherita
Turchetto
E' docente di Zoologia presso il Dipartimento
di Biologia dell’Università di Padova,
dove ha fondato il laboratorio di “Artropodofauna
degli Ecosistemi effimeri”. In questo laboratorio
si sono sviluppati, sotto la sua direzione, due
filoni di ricerca sugli artropodi (e in particolare
gli insetti) che vivono in ambienti di breve durata.
Il primo studia gli abitanti di ghiacciai di alta
quota e delle nevi, i loro adattamenti al freddo
e il loro destino segnato dal ritiro dei ghiacciai,
l’altro studia gli artropodi frequentatori
e degradatori di cadaveri e carogne (Entomologia
forense). Su questa seconda disciplina, ancora
poco sviluppata in Italia, ha pubblicato molti
articoli, alcuni su casi di attualità,
altri sull’ecologia delle specie necrofaghe
e sulle tecniche di studio in caso di crimini,
altri ancora su casi storici |
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Se lo si considera in maniera
scientifica e distaccata, un cadavere è un piccolo
ecosistema, che compare all’improvviso nell'ambiente
e offre un'attraente risorsa per numerosi organismi: funghi
e batteri, invertebrati e mammiferi (o pesci, se l'ambiente
è acquatico) si trovano a disporre di una fonte
alimentare che non oppone resistenza ad essere predata.
I primi a colonizzare un cadavere sono gli insetti e,
soprattutto i ditteri (mosche e mosconi), che se ne cibano
e vi depongono le uova.
L’Entomologia forense, e in particolare l’Entomologia
medico-legale (forensic entomology o medico-criminal entomology),
è lo studio degli artropodi applicato a reati perseguibili
penalmente quali abusi, suicidi, omicidi. Tramite la conoscenza
degli insetti e dei loro cicli vitali è possibile
determinare i tempi, i modi e il luogo in cui una persona
è deceduta. Grande importanza può avere
questa disciplina nel rispondere ai quesiti giudiziali
nel caso di morti violente, di rinvenimento di corpi non
identificabili e ritrovamento di cadaveri in avanzato
stato di decomposizione, di cui è difficile o impossibile
stabilire la data di morte tramite le sole indagini mediche. |
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