Pulsar
La scoperta delle stelle morte raccontate da chi le osservò per prima
Giovedì 13 Dicembre 17:45 - Teatro Colosseo
Nel 1967 Jocelyn Bell, studentessa a Cambridge, scoprì in cielo una sorgente di onde radio che pulsava regolarmente come fosse artificiale. Lì per lì si parlò di “omini verdi”, come se quel segnale provenisse da qualche civiltà extraterrestre. Invece era una stella collassata in un oggetto densissimo (una massa doppia del Sole in una sfera di 20 km di diametro) in rapidissima rotazione. La teoria dell'evoluzione stellare già ne aveva previsto l'esistenza insieme agli ancor più densi buchi neri. Ma Jocelyn Bell aveva dato alla teoria il necessario supporto sperimentale. L’annuncio fu dato dal suo docente Anthony Hewish il 29 febbraio 1968 e gli valse il premio Nobel nel 1974 per avere sviluppato il radiotelescopio della scoperta e per l'interpretazione delle osservazioni di Jocelynn Bell. Una decisione contestata, perché ignorò il ruolo della giovane astronoma. Jocelyn Bell, ci aggiornerà sulle scoperte derivate dall’osservazione delle pulsar: una rigorosa dimostrazione della relatività generale di Einstein, la prova indiretta dell’esistenza delle onde gravitazionali e la possibilità di usare la rapida rotazione delle pulsar come un cronometro. Con le pulsar si può infatti anche misurare il rallentamento della rotazione terrestre. Un riferimento storico curioso. Prima della riforma del calendario, il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, era il più corto dell’anno e segnava il cambio di stagione. C’era una tradizione secondo la quale in questo giorno non doveva svolgersi alcuna attività rotatoria come filare, mescolare o tornire per timore che potessero interferire, con il loro movimento circolare, con il ritorno del Sole!