Cellule staminali, battaglia su due fronti
Scienza e politica di una grande promessa della ricerca
Giovedì 14 Gennaio 17:45 - Teatro Colosseo
Le cellule staminali proliferano nel nostro organismo, provvedendo, per esempio, a rinnovare le cellule del sangue o della pelle. Oltre a queste staminali, che definiamo adulte, esistono le cellule staminali embrionali (ES), che possono essere estratte e moltiplicate in laboratorio. La ricerca è interessata a capire i segreti della loro capacità di dare origine agli oltre 200 tipi di cellule specializzate che compongono l'organismo. Una ES umana può trasformarsi in neuroni o cellule del cuore come nessun’altra staminale sa fare. Con esse si spera di scoprire come si formano i nostri tessuti e come si ammalano, o come un gene mutato può restare silente per molti anni e poi sfociare in una malattia neurodegenerativa, come la Còrea di Huntington. Dieci anni di ricerca sulle cellule ES umane hanno prodotto una terza staminale dai tratti sorprendenti, che prende il nome di cellula iPS (da cellula staminale pluripotente indotta). Dobbiamo ancora capire se le cellule iPS sono davvero uguali alle cellule ES: si aprono comunque prospettive inimmaginabili fino a pochi anni fa. Questo è il fronte della ricerca. Ma c’è anche un altro fronte. Esistono posizioni contrarie alle ricerche sulle cellule ES umane che nascono da considerazioni morali, filosofiche e religiose diverse sull'embrione e che considerano diversamente l’impegno e l'obbligo morale di lavorare per conoscere e per ridurre le sofferenze umane. Il secondo fronte della battaglia sulle cellule staminali coinvolge politica, religione, le diverse posizioni morali. Ma può pure trasformarsi in un terreno sul quale la ricerca fiorisce: non dovrebbe essere impossibile, se esiste un Dio che cresce anche nella tensione etica di coloro che si adoperano per sapere e per aumentare la speranza. “E io – dice Elena Cattaneo – faccio fatica a immaginare un Dio diverso”.