L’ultimo “grido” delle super-stelle
Onde gravitazionali, una nuova finestra sull’universo
Giovedì 03 Febbraio 17:45 - Teatro Colosseo
L’occhio nudo, il cannocchiale e i telescopi moderni, i radiotelescopi, i satelliti artificiali. Così, fin dai tempi più antichi, abbiamo osservato l’universo. Sempre tramite onde elettromagnetiche: la luce, le microonde, i raggi gamma. E la massa, non conta niente? Quasi da un secolo Einstein ci ha spiegato che la massa curva lo spazio e altera lo scorrere del tempo: è la teoria della relatività generale. Se una stella massiccia esplode, si formano nello spazio minuscole increspature, come quelle dell’acqua stagnante quando vi cade un sasso, che si propagano alla velocità della luce: sono le onde gravitazionali. Il gigantesco interferometro Virgo realizzato da scienziati italiani e francesi vicino a Pisa potrebbe osservarle per la prima volta. Servirà a qualcosa? A nulla di pratico. Ma ci aiuterà a conoscere l’universo, a comprendere meglio la relatività generale, forse a capire qualcosa di quella materia oscura che, benché invisibile, determina il moto di stelle e galassie.