L’italia nello spazio
I contributi italiani alla scienza dell’esplorazione spaziale: quanto è già stato fatto e quali progetti si fanno con il nostro determinante contributo
Giovedì 19 Gennaio 17:45 - Teatro Colosseo
Nel 1964 con il “San Marco 1” l’Italia divenne il terzo paese al mondo (primo in Europa) a lanciare un satellite. Il “San Marco 2” nel 1967 partì già da una base spaziale italiana in Kenia. Nel 1997 il mistero dei “lampi gamma” fu svelato da BeppoSAX (1,5 tonnellate), il primo grande satellite scientifico italiano realizzato con nostre tecnologie, molte delle quali innovative.
Oggi lo spazio ha una notevole concentrazione di “made in Italy”. Dai satelliti Herschel e Planck che hanno raggiunto i Punti Lagrangiani di equilibrio gravitazionale Terra-Luna, agli spazi più remoti esplorati dalla sonda Cassini-Huygens. Verso la superficie di Marte nel 2016 sarà lanciata la sonda ExoMars, per la cui progettazione e realizzazione l’ESA ha scelto la Thales Alenia Space di Torino come primo contraente industriale e realizzatore degli elementi più innovativi. Il futuro ci riserva scoperte forse rivoluzionarie, come l’identificazione di tracce di vita su Marte, realizzate grazie alle nostre tecnologie. Su Venere, un “occhio Italiano” realizzato a Firenze (VIRTIS) sta indagando dalla sonda Venus Express l’atmosfera. Verso Mercurio ESA si sta sviluppando la missione BepiColombo: la sonda di italiano non ha solo il nome ma anche un insieme di tecnologie. Quanto all’esplorazione umana, la leadership italiana è solidissima in Europa e riconosciuta nel mondo: i moduli abitativi, logistici e scientifici della Stazione spaziale internazionale costituiscono oltre il 50% del volume abitabile.