Neurobiologia della marijuana

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Neurobiologia della marijuana

Tra applicazioni terapeutiche e rischio sociale

Giovedì 14 Febbraio 17:45 - Teatro Colosseo

In inglese farmaco e droga si traducono con lo stesso vocabolo, drug. D’altra parte è ben noto che, secondo le dosi, un principio attivo può essere considerato un farmaco o un veleno. Nell’ultimo quarto di secolo, lo status della Cannabis (Marijuana o Canapa Indiana) ha subìto un radicale cambiamento. Così, l’introduzione nel mercato di varietà coltivabili sotto illuminazione artificiale, capaci di sintetizzare il principio attivo, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), in concentrazioni almeno dieci volte superiori a quelle delle specie endemiche, ne ha potenziato notevolmente le azioni centrali e la capacità di indurre effetti a lungo termine e dipendenza, la generazione cioè di tolleranza, con la conseguente richiesta di dosi sempre maggiori per ottenere l’effetto voluto. Di qui la dipendenza psicologica che ne sostiene l'uso, benché l’assunzione di marijuana possa interferire con le normali occupazioni e nuocere alla salute. Tuttavia ormai da parecchi anni la marijuana è stata proposta per la terapia di alcune malattie, e su quest'uso è in corso un ampio dibattito.
Le nuove conoscenze hanno modificato radicalmente lo status della Cannabis e dei suoi derivati sia dal punto di vista delle applicazioni terapeutiche sia della percezione sociale del rischio associato alla sua diffusione e al suo uso.


Gaetano Di Chiara

Gaetano Di Chiara

Università di Cagliari

Professore ordinario di Farmacoterapia al dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Cagliari, dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, Di Chiara dal 1971 al 1973 è stato post-doctoral Fellow al Laboratory of Chemical Pharmacology del National Institute of Health, Bethesda Md (USA). Al suo rientro è diventato professore incaricato di Farmacologia, poi assistente di ruolo e infine Professore straordinario di Tossicologia presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Cagliari.
Dal 1984 al 2011 è stato professore di Farmacologia alla Facoltà di Farmacia e dal 1997 al 2006 Preside della stessa Facoltà. È stato Presidente della Società Italiana di Neuroscienze, della Federation of European Neuroscience Societies e della European Behavioral Pharmacology Society e cofondatore dell’International Basal Ganglia Society. Le sue ricerche riguardano il meccanismo d’azione degli psicofarmaci e delle droghe.