La macchina della ricchezza
Perché non c’è sviluppo senza ricerca, legalità e meritocrazia
Giovedì 21 Febbraio 17:45 - Teatro Colosseo
Secondo i più recenti dati OCSE, l’Italia è al ventunesimo posto nel mondo per investimenti pubblici in ricerca, e al ventiduesimo per gli investimenti privati. Ci precede la Spagna e ci segue l’Ungheria. Sono dati scoraggianti. Perché una buona ricerca è necessaria agli imprenditori capaci, e questi insieme con una classe politica credibile, attirano gli investimenti. Sapremo avviare nuovamente questo meccanismo virtuoso?
Sono parecchi i fattori del successo economico e del benessere di un Paese. Tra non molto andremo a votare, e l’aspettativa riposta su questa consultazione elettorale è molto forte. L’impressione generale è che una classe politica diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere nei suoi privilegi, costi e corruzione, sia, da sola, in grado di fare il miracolo: riportare l’Italia alla crescita economica e al benessere dei Paesi più avanzati. Questa però è solo una parte della soluzione del problema, e forse è più una conseguenza che una causa prima. Ma non basta soltanto cambiare maggioranza o cambiare leader. Occorre riaccendere quei motori che permettono a un Paese di essere competitivo e quindi di tornare a crescere: ricerca scientifica e tecnologica sono alla base di questa “macchina della ricchezza”, ma è necessario che anche il contesto culturale ed educativo sia adeguato a questa nuova sfida.