Sulla natura delle cose: da Lucrezio al CERN
Atomi, energia, buchi neri e scienza moderna in un poema antico e attualissimo
Giovedì 14 Gennaio 17:45 - Teatro Colosseo
Di Lucrezio, nato nel 99 avanti Cristo e morto suicida (pare) all’età di 44 anni, sappiamo poco e quel poco ci arriva dalla “Cronaca” di San Girolamo. Apprendiamo così che sarebbe impazzito per aver bevuto un intruglio “amatorio” e negli intervalli della follia avrebbe scritto il poema “De rerum natura”, dedicato a Venere. Sono in tutto 7415 versi, arrivati fino a noi attraverso un percorso avventuroso. Piergiorgio Odifreddi li ha tradotti e riletti con l’occhio dello scienziato moderno: possiamo trovare in Lucrezio i concetti di atomo, di vuoto, di energia, di buco nero e persino un embrione della teoria delle stringhe con cui i fisici teorici cercano di mettere d’accordo la relatività di Einstein e la meccanica quantistica. E questi sono soltanto alcuni esempi della potenza visionaria di Lucrezio. Che non è subito evidente nel suo poema, ma lo diventa se si adotta lo sguardo provocatorio e la cultura funambolesca, divertita e divertente di Odifreddi. Scienza antica e scienza moderna faranno scintille in uno spettacolo accompagnato da letture e musica.