LA SCOMMESSA DI TORINO SULLA SCIENZA

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LA SCOMMESSA DI TORINO SULLA SCIENZA

Quando la città decise di investire su ricerca e produzione industriale

Giovedì 17 Novembre 17:45 -

Modera Alberto Agliotti

Alla ricerca di una nuova identità intorno a cui progettare il suo futuro dopo aver perduto il rango di capitale, verso la fine dell’Ottocento Torino decise di scommettere sulla scienza e sulla produzione industriale. Sulle sponde del Po, lungo corso Massimo d’Azeglio, l’Università costruì quattro edifici che andarono a formare la cosiddetta “Città della scienza”, uno dei primi e più significativi esempi di quartiere universitario in Italia. La convergenza tra la pressione esercitata da una popolazione studentesca in crescita e le esigenze poste dal rinnovamento dei metodi di insegnamento e di ricerca in ambito scientifico convinsero amministratori locali e governo a stanziare le risorse necessarie. Nasceva così uno dei simboli della Torino dell’epoca, che rese la città un laboratorio sperimentale d’avanguardia.


“VICINI La Scienza per la Città al Valentino – Torino”

È un progetto finanziato dall’Università di Torino nell’ambito del Bando 2021 per i progetti di Public Engagement e coordinato dal dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, per far conoscere al pubblico gli ambienti della ricerca che si trovano nell’area del Valentino e raccontare come queste istituzioni hanno avuto e hanno ancora oggi un impatto sullo sviluppo scientifico, culturale e industriale per la città di Torino e non solo.

Gli edifici della cosiddetta “Città della Scienza” sono ancora oggi sede di numerosi dipartimenti universitari che per la prima volta saranno aperti al pubblico e consentiranno di immergersi, in un’atmosfera suggestiva, nel passato, nel presente e nel futuro della ricerca.


L'evento si svolge nell’ambito del progetto di VICINI La Scienza per la Città al Valentino




Silvano Montaldo

Silvano Montaldo

storico, dipartimento di Studi storici – Università di Torino

È professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Torino, direttore scientifico del Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” e segretario del Comitato di Torino dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano. Formatosi negli studi di storia sociale della scienza e dei processi di nazionalizzazione delle masse, negli ultimi anni si è interessato di storia della criminologia e dell’eugenetica in Italia e all’estero e degli usi pubblici della memoria risorgimentale.