Tra la vita e la morte: i trapianti d’organo
Giovedì 14 Marzo 17:45 - Teatro Colosseo
La leggenda sui trapianti d’organo ha origini antiche e viene attribuito ai santi Cosma e Damiano il primo miracoloso trapianto di un arto malato. Ma nel 1954 l’americano John Merril da poco insignito premio Nobel, eseguì con successo il primo trapianto di rene fra gemelli identici. Da allora la tecnica chirurgica e la cura antirigetto hanno fatto progressi talmente rapidi e inaspettati da portare il trapianto al ruolo di una metodica terapeutica di routine. In taluni tipi di trapianto come quello renale, il donatore può essere un individuo vivo che si priva del proprio rene per donarlo a un suo familiare ammalato. Infatti la vita è possibile anche con un rene solo. In altri trapianti invece, come quelli di cuore e di fegato, il donatore non può essere cadavere, ma di un tipo particolare. Deve essere sicuramente ed irreversibilmente “morto” dal punto di vista cerebrale, ma ancora “vivo” dal punto di vista della respirazione e dell’attività cardiaca. E’ evidente che un così particolare stato non possa che suscitare dubbi ed angosciosi interrogativi etici.