Energia per un mondo in riserva

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Energia per un mondo in riserva

Giovedì 21 Gennaio 17:45 - Teatro Colosseo

Di energia si è parlato molto ma sempre sotto la spinta di situazioni esterne: la crisi del Kippur, il rincaro del dollaro, i referendum sul nucleare, l’invasione del Kuwait e la guerra contro Saddam. Passate queste occasioni, il problema energetico viene rimosso.

Attualmente per esempio, non è di moda. Eppure non è che nel frattempo sia arrivata qualche situazione miracolistica. Anzi. Continuiamo a importare quasi la totalità delle nostre fonti energetiche (petrolio, metano, carbone) e addirittura importiamo direttamente l’energia elettrica prodotta in Paesi vicini, come la Francia, la Svizzera, l’Austria. Ormai l’elettricità importata equivale a circa il 16 per cento di quella consumata nel nostro Paese e, ironia della sorte, in una parte  è energia prodotta con quelle centrali nucleari di cui l’Italia non ha voluto dotarsi. C’è la speranza di arrivare prima o poi alla “fusione controllata”, ma ciò non accadrà prima del 2040. Ci sono energie alternative come quella solare e quella eolica, ma il loro contributo non può che essere minimo. Intanto, nel dicembre ’92, scade la moratoria nucleare indetta in seguito ai referendum e si fanno ricerche su centrali atomiche “intrinsecamente sicure”. Ricordiamo dunque alla luce di questa novità, il problema energetico italiano. Che è grave, e lo diventerà ancora di più se si continuerà a far finta che non esista.

Tullio Regge

Università di Torino