giovedì 20 gennaio 2000
La pila di Volta, due secoli e non li dimostra
Sigfrido Leschiutta, presidente dell'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris

Nata per dirimere una controversia scientifica nella quale i contendenti avevano in fondo entrambi ragione, la pila segna uno spartiacque nella storia dell'elettricità anzi dell'elettrico, come allora si diceva: infatti ha fatto nascere l'elettrotecnica, perché con lo scorrere regolare di un fluido, ancora misterioso nella sua sostanza ma che si imparò presto ad ammaestrare, consentì mille applicazioni e il sorgere di nuove scienze. La nostra civiltà è tutta basata sull'uso, e a volte sull'abuso, di oggetti elettrici. Ma tutto è nato con la pila di Volta, che per la prima metà del secolo scorso fu l'unica sorgente pratica di energia elettrica, per poi condividere questo compito con la dinamo per altri cinquant'anni, e poi anche con l'alternatore. Dai giocattoli ai telefonini, dalle radioline ai telecomandi, le pile oggi si usano a centinaia di milioni al giorno. Profondamente rinnovate, più efficienti, meno inquinanti, le nipotine della pila di Volta continuano ad essere sorgenti di energia indispensabili per la loro piccolezza, leggerezza e affidabilità.

PER SAPERNE DI PIU'
G. Bonera, P. Vanzan "Alessandro Volta: l'uomo, lo scienziato, il credente", Edizioni CdG, Collana Promozione e studi, 1999
approfondimenti - Parliamo di un altro scienziato dell'elettricità: Beniamino Franklin in Piemonte
La sala Alessandro Volta del Museo Storico Virtuale dell'Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana
www.aei.it/museo/mpp_hpg1.htm
Il sito sul bicentenario dell'invenzione della batteria
www.cilea.it/volta99

Per informazioni: Extramuseum

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