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Umberto Guidoni
Laureato in fisica, è stato ricercatore prima presso la Divisione Energia Solare dell’Enea e poi all’Istituto di fisica dello spazio interplanetario del CNR. In questa veste si è occupato del progetto del cosiddetto “satellite al guinzaglio”, nato da una intuizione del matematico Giuseppe Colombo, dell’Università di Padova. Selezionato nel 1990 dall’Agenzia spaziale italiana come uno dei due esperti scientifici addetti a questa missione, si è trasferito al Centro di Houston. È stato vice di Franco Malerba nel primo lancio del satellite e poi titolare nel secondo lancio, avvenuto nel 1996, quando compì 252 orbite sullo Shuttle percorrendo 10 milioni di chilometri nello spazio. Nella primavera del 2001 è stato il primo astronauta europeo a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Attualmente lavora al centro Estec dell’Agenzia spaziale europea, in Olanda. |
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Nell’Aprile del 2001, ho avuto il privilegio di partecipare, con altri sei membri dell'equipaggio dello Shuttle “Endeavour”, ad una delle missioni di assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dando un piccolo contributo al sogno ambizioso di realizzare, nello spazio, il primo avamposto di tutta l’umanità. Alla missione STS-100 era affidato il compito di portare in orbita ed agganciare alla Stazione Spaziale il Canadarm2, un braccio robotico di costruzione canadese da utilizzare come gru per completare la costruzione della ISS negli anni futuri. Inoltre, il volo doveva portare rifornimenti alla ISS ed equipaggiarla con una serie di strumenti scientifici (Express Racks). Inoltre, ben quattro tonnellate di materiale di consumo, destinate ai tre abitanti della Stazione, sono state trasferite utilizzando il modulo logistico pressurizzato Raffaello. Questo modulo, costruito dall’Agenzia Spaziale Italiana, era anch’esso contenuto nella stiva di “Endeavour” ed è stato agganciato al nodo Unity utilizzando il braccio meccanico dello Shuttle. |
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